Quando dire no al Trapianto di Capelli
Lo scopo primario di ogni chirurgo estetico è intervenire, con le tecniche più appropriate e nei punti in cui ve ne sia bisogno, per soddisfare a pieno, ovviamente nei limiti del possibile, le esigenze e il volere del paziente che a lui si rivolge per risolvere i propri problemi estetici. In particolare, per quel che riguarda il trapianto di capelli, la prerogativa fondamentale dello specialista che esegue l’intervento è re-infoltire quanto più possibile la zona diradata, per sconfiggere definitivamente la calvizie che attanaglia il paziente e per risollevare anche la sua autostima.
Ma a che prezzo?! Sta proprio in questo la professionalità, la bravura, nonché l’etica (spesso dimenticata) del chirurgo: ottenere i migliori risultati senza danneggiare il paziente in alcun modo.
C’è da dire che non sempre le condizioni di partenza di una potenziale zona donatrice e dello stato della cute in generale permettono grandi risultati: proprio per questo è importante per il medico valutare in primis le possibilità del tessuto in questione, solo in seguito fare previsioni sul risultato finale e talvolta, imparare anche a dire NO.
A tal proposito voglio raccontarvi una mia esperienza diretta, con un paziente che si era già sottoposto in precedenza, presso altri chirurghi, ad un intervento FUT (o Strip) e ad una sottospecie di FUE mal riuscita. L’uomo, alquanto devastato mentalmente dalla sua situazione, si era rivolto a me poiché voleva sottoporsi ad un ulteriore infoltimento mediante tecnica FUE per tentare di migliorare il suo stato. Ricordo che quando andai a rasare i capelli del paziente nella zona posteriore, rimasi quasi scioccato, nonostante la mia vasta esperienza sul campo, per l’eccessiva presenza di cicatrici: oltre alla tipica cicatrice da Strip che si estende normalmente per tutta la larghezza della zona occipitale, sulla nuca di quel paziente erano presenti tantissimi altri esiti cicatriziali post infiammatori, chiaramente causati da quel tentativo (evidentemente fallito) con tecnica FUE.
La mia etica professionale e la mia forte passione mi portano ancora oggi a non comprendere in alcun modo come sia possibile che un chirurgo esperto del settore procuri ad un paziente con una già così vistosa cicatrice, un danno di quella entità, senza minimamente considerare i parametri fondamentali. In quel caso, infatti, purtroppo andava considerato che la cute del paziente era sicuramente più fibrotica del normale a causa del precedente intervento Strip, per cui si rendeva necessario e fondamentale per la buona riuscita dell’intervento, valutare scrupolosamente lo stato del tessuto di partenza per evitare di peggiorare ulteriormente la situazione come invece è successo.
Vorrei, sia chiaro, che il mio intento non è assolutamente quello di criticare né quantomeno quello di volermi mostrare superiore a qualcuno, vorrei solo fosse chiaro a tutti che per ottenere buoni risultati e non arrecare altri problemi al paziente, è necessaria una certa professionalità del chirurgo, il quale, davanti ad un quadro già troppo provato deve anche saper rinunciare, seguire la sua etica, soprattutto se non provvisto delle capacità necessarie al caso.