La scoperta della Prostaglandina PGD2 ed il ruolo nella Calvizie

Scritto da  Dr. Vincenzo Masullo  | Ultimo aggiornamento il 4 Novembre 2019

Studi scientifici di recente attuazione rivelano l’importanza delle prostaglandine e del ruolo fondamentale che esse svolgono sul ciclo del follicolo pilifero. E’ stato osservato infatti, che esistono diversi effetti talvolta anche opposti, provocati dai diversi tipi di prostaglandine.

Cosa sono le molecole di Prostaglandine?

Le prostaglandine sono un gruppo di acidi grassi (circa venti derivanti tutti dall’acido arachidonico) costituiti da 20 atomi di carbonio che si legano a un ciclo-pentano e a due catene laterali idrocarburiche. Vengono definite molecole ormonosimili in quanto rilasciate nel circolo sanguigno dall’organo che le produce in caso di necessità, per raggiungere il relativo organo-bersaglio dove possono agire proprio come avviene per gli ormoni. Per la maggior parte, la funzione delle prostaglandine si manifesta durante le infiammazioni e viene esplicata nello stesso organo dal quale vengono secrete.

L’origine del loro nome è da attribuire al modo in cui sono state scoperte: evidenziate per la prima volta nel liquido seminale di una pecora, si pensava che fossero secrete esclusivamente dalla prostata, ghiandola prettamente maschile; solo in seguito si osservò che venivano prodotte in più parti dell’organismo.

Ne esistono, come abbiamo già detto, diversi tipi: esse sono tutte strutturalmente molto simili, l’unica variazione è il diverso elemento chimico che può legarsi sull’anello del ciclo-pentano, ed il numero di doppi legami che possono formare sulle catene laterali. Tale differenziazione permette la suddivisione delle prostaglandine in vari gruppi indicati ognuno con una lettera (dalla A alla I). In particolare, a seguito di ricerche specifiche atte a conoscere l’effetto dei vari tipi di prostaglandine sul ciclo dei follicoli piliferi, sembra che quelle appartenenti alle classi E ed F (PGE e PGF) stimolino la crescita dei capelli mentre quelle di classe D (tra cui PGD2) favoriscano il progredire della calvizie impedendo la maturazione dei follicoli e quindi la crescita dei capelli.

In che modo la prostaglandina PGD2 agisce negativamente sui follicoli piliferi?

Il meccanismo di azione della prostaglandina PGD2 prevede il legame con un recettore specifico detto Gpr44, legame necessario affinchè la prostaglandina possa agire sulle cellule staminali del follicolo pilifero situate nella zona del bulge e responsabili del rinnovamento dei peli e quindi anche dei capelli.

La PGD2 impedisce al follicolo di svilupparsi e inibisce di conseguenza la crescita del pelo provocando la sua miniaturizzazione, indebolimento e infine, caduta.

E’ corretto quindi affermare che le prostaglandine PGD2 rappresentano un altro acerrimo nemico per i capelli, allo stesso livello del testosterone e del DHT (diidrossitestosterone).

Alcuni studi effettuati all’Università della Pennsylvania da un gruppo di ricercatori su topi cavia, mostrano l’importanza della presenza (o assenza) della prostaglandina PGD2: durante la biopsia su lembi di cute prelevati nelle zone glabre o comunque con evidente mancanza di peli, vi era un’altissima concentrazione delle suddette proteine, a differenza invece delle aree circostanti in cui i peli non avevano subito alcuna perdita e i livelli di PGD2 erano nella norma.

da un gruppo di ricercatori su topi cavia, mostrano l’importanza della presenza (o assenza) della prostaglandina PGD2: durante la biopsia su lembi di cute prelevati nelle zone glabre o comunque con evidente mancanza di peli, vi era un’altissima concentrazione delle suddette proteine, a differenza invece delle aree circostanti in cui i peli non avevano subito alcuna perdita e i livelli di PGD2 erano nella norma.

Questi risultati evidenziano molto chiaramente il ruolo chiave che la prostaglandina PGD2 riveste nel fenomeno della calvizie, un ruolo sottolineato ulteriormente dai risultati ottenuti anche dai test effettuati su capelli trapiantati: anche in questo caso infatti, le proteine PGD2 hanno un effetto completamente negativo sulla fisiologia del bulbo pilifero in quanto causano miniaturizzazione del capello e atrofizzazione del follicolo.

A che punto siamo con la ricerca?

Proprio per ovviare a tale problema, oggi molti ricercatori del settore concentrano le loro attenzioni sulla possibilità di trovare una molecola che possa funzionare da inibitore della PGD2 e che possa legarsi al recettore Gpr44 per impedire il legame con la prostaglandina e inibire quindi il suo negativo meccanismo d’azione sui capelli.

Per adesso, i risultati ottenuti suggeriscono che le cellule staminali possono bloccare l’enzima responsabile della formazione delle molecole di PGD2, ma bisogna attendere il termine dei test sperimentali attualmente in corso per ottenere dei veri e propri farmaci anti-caduta o anti PGD2 che possono arrestare il processo di atrofizzazione del follicolo e favorire la rigenerazione cutanea e la crescita dei capelli.

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