Trapianto Capelli con Tecnica FUT (Strip Extraction)
Cos’è il trapianto di capelli con tecnica FUT?
L’acronimo FUT (Follicolar Unit Transplantation) indica una tecnica di autotrapianto di capelli che fin dagli inizi degli anni ‘40 ha rappresentato una svolta per la correzione chirurgica della Calvizie. Il primissimo tentativo di trapianto di capelli risale addirittura agli anni ’30, quando un chirurgo giapponese intuì la possibilità di trapiantare piccole porzioni di tessuto ricche di capelli per rinfoltire aree diradate, problematica evidentemente molto diffusa già a quei tempi. Da questo esperimento chirurgico e dalla scoperta dell’insensibilità genetica della nuca all’ormone DHT (responsabile della caduta dei capelli), è nata la procedura FUT, detta anche Strip Extraction, in origine caratterizzata dal trapianto di piccole zolle di cuoio capelluto e poi divenuta trapianto di unità singole negli anni a seguire. Tale approccio prevede uno spostamento chirurgico di unità follicolari integre da una zona donatrice molto folta ad una ricevente, che invece si presenta più o meno diradata, a seconda dello stadio di avanzamento del disagio.
Come si esegue?
L’autotrapianto in tecnica FUT prevede l’utilizzo di un anestetico locale e si suddivide in tre fasi distinte: il prelievo, la creazione dei siti e l’innesto dei bulbi nella zona ricevente.
La particolarità della tecnica FUT risiede sicuramente nella fase di raccolta delle grafts, le quali vengono ricavate singolarmente, mediante sezionamento, da una losanga di tessuto rimossa chirurgicamente dalla zona occipitale della testa del paziente.
L’isolamento di questo lembo di cute, invece, avviene tramite un’incisione chirurgica operata dal chirurgo, che poi richiude la ferita avvalendosi di punti di sutura.
La separazione dei follicoli è effettuata da operatori esperti al microscopio o in alternativa dotati di appositi ingranditori chirurgici, necessari per ottenere un altissimo livello di precisione, clausola fondamentale per questo passaggio dell’intervento.
Gli step successivi del trapianto sono affini alle altre tecniche esistenti e non presentano alcuna particolare differenziazione: il chirurgo incide il cuoio capelluto, secondo specifiche inclinazioni ed orientamenti, per creare nuovi alloggi ai futuri bulbi e quindi una nuova foltezza dall’aspetto del tutto naturale; l’innesto procede mediante l’utilizzo di particolari pinze chirurgiche che, utilizzate con una certa manualità ed esperienza, non danneggiano in alcun modo le unità follicolari.
Quanti follicoli possono essere trapiantati con la tecnica FUT?
La dimensione dell’incisione in area occipitale è strettamente legata all’entità del trapianto stesso: nelle sessioni più impegnative può interessare tutta la nuca fino alla zona parietale laterale – orizzontalmente fino a 20/25 cm – per un’altezza media di 3/4 cm.
Le unità follicolari abilmente separate dagli operatori possono contenere da 1 a 4 bulbi ciascuna e il loro quantitativo finale può abbondantemente oscillare: esse devono necessariamente risultare integre per garantire il massimo attecchimento e il miglior risultato possibile all’intervento stesso.
A causa dei probabili scarti, l’elemento della quantità in questa metodica rappresenta un limite molto importante. Di media, comunque, da una losanga di massime dimensioni si ottengono fino a 2500/3000 unità follicolari, variabili in base alla densità di capelli presenti per cm².
Quanto dura la convalescenza post-intervento?
Come detto, per richiudere la ferita prodotta sulla nuca al momento del prelievo, è necessario utilizzare dei punti di sutura la cui conseguenza è una cicatrice permanente sul retro della testa, da valutare esteticamente, soprattutto se si è abituati a portare i capelli molto corti.
La guarigione della lesione sul tessuto donante prevede almeno un paio di settimane prima di rimuovere le suture, durante le quali è possibile avvertire un leggero dolore a causa del trauma chirurgico abbastanza profondo.
Esistono effetti collaterali?
Qualsiasi sia la tecnica utilizzata, il trapianto di capelli non prevede in alcun caso rigetto dei bulbi innestati: si tratta infatti di un intervento “autologo” poiché gli innesti utilizzati non provengono da altri individui ma dalla propria zona occipitale (nuca).
Ed anche con la tecnica FUT, il sistema immunitario riconosce i nuovi bulbi come “self” (cioè propri) e li accetta fisiologicamente, seppur in una collocazione diversa.
Gli effetti collaterali più spiacevoli della metodica Strip Extraction ricadono per lo più sul fattore estetico (se pensiamo alla cicatrice permanente in zona occipitale), sui tempi di guarigione (abbastanza lunghi) e sul dolore percepito durante la cicatrizzazione.
Quali sono i vantaggi della tecnica FUT rispetto ad altre tecniche?
I vantaggi della FUT in passato erano legati al quantitativo di unità innestate, in quanto le nuove tecniche in fase di rodaggio non erano così competitive. Oggi la situazione è cambiata, ma tutto sommato la FUT resta una tecnica valida, che in determinati casi può avere un riscontro ottimale.
Quali sono i principali rischi di un autotrapianto FUT?
Come ogni intervento chirurgico, anche l’autotrapianto di capelli può comportare delle complicanze quali infezioni sulla cicatrice se questa non viene trattata idoneamente nel post-operatorio.
Una sutura chirurgica non corretta può provocare delle cicatrici esteticamente sproporzionate, difficili da nascondere, oltre che un tessuto particolarmente fibrotico (tessuto in cui aumentano le componenti connettivali rispetto a quelle parenchimali) nei pressi della cucitura.
Se non effettuato da mani esperte, il trapianto in tecnica FUT può causare il danneggiamento delle unità follicolari durante la fase di sezionamento: se non perfettamente integre, tali grafts non potranno radicarsi e non potranno rispettare le percentuali di attecchimento previste.
La resa alquanto limitata di innesti ricavabili dal lembo di tessuto occipitale può causare una foltezza insufficiente in termini di risultato.
Quali sono i candidati migliori per il trapianto con tecnica FUT?
In generale, per effettuare un buon autotrapianto di capelli è necessario valutare lo status della zona donatrice che in questo frangente viene utilizzata come un serbatoio da cui attingere: la sua densità per cm² e l’anatomia del tessuto sono parametri fondamentali per progettare un buon intervento FUT, dalla massima foltezza finale.
Rivolgersi ad un chirurgo esperto consente di annullare rischi inutili, e, se superati tutti i parametri necessari, tale metodica può essere facilmente applicata. Di sicuro la tecnica Strip è sconsigliata per soggetti che prediligono pettinature rasate o molto corte (a causa della visibilità della cicatrice), ma può rappresentare una possibile risoluzione quando invece il capello è più lungo.
Quanto costa un autotrapianto con tecnica FUT?
Come in ogni autotrapianto di capelli, il prezzo finale è correlato all’ampiezza dell’area da trattare, all’obiettivo di foltezza e quindi al quantitativo di innesti da trapiantare. Può oscillare infatti dai 2000€ euro per sessioni minime, ai 7000 quando la Calvizie è più impegnativa.
In realtà, la variabilità del costo può dipendere anche da altri fattori come ad esempio l’affidabilità e l’esperienza della clinica a cui ci si affida: non sono rare offerte e pacchetti low-cost che propongono trapianti di capelli a prezzi stracciati e non conformi alla media.
Bisogna invece essere molto attenti e scrupolosi nella scelta del chirurgo e dello staff operatorio, per garantire a sé stessi la certezza di un intervento esemplare, essendo questa una procedura già troppo legata all’insuccesso: molto spesso, infatti, il risparmio economico equivale a condizioni sanitarie non idonee, a strumentazioni obsolete e all’assenza del chirurgo sia durante che dopo l’intervento.
Conclusioni
Essendo in passato l’unico metodo esistente, la FUT ha raggiunto un enorme successo, ed è stata utilizzata da tantissimi chirurghi per rimediare alla perdita di capelli con risultati davvero molto validi.
Ancora oggi viene apprezzata da alcuni specialisti che continuano a prediligerla, nonostante l’avvento di altre metodiche, anche meno invasive.
È chiaro però che bisogna fare i conti con l’innovazione e il progresso, soprattutto se parliamo del settore estetico.
È fondamentale adottare ogni mezzo a disposizione per evitare effetti avversi e, nel mio caso, la cicatrice permanente da FUT, ad un certo punto della carriera, è diventato un elemento a cui rimediare.
La questione FUT/FUE è ancora oggi molto controversa: alcuni specialisti, anche di esperienza, non sono disposti ad abbandonare le loro convinzioni in favore della metodica più innovativa, e perseverano sulla strada della FUT. Per un confronto tra le due tecniche, vi rimando al nostro approfondimento sull’argomento.
Come d’abitudine, ormai, raccomando caldamente di informarsi il più possibile prima di scegliere l’equipe a cui affidarsi, non solo sull’aspetto strettamente chirurgico ma anche sulla gestione del post-operatorio, sui vari step da seguire e sui risultati raggiungibili con l’una e l’altra procedura.